Venerdì sera, il posto è affollato. Un tavolo sociale lungo e stretto attraversa la sala, due sgabelli color ruggine guardano una finestra che fa condensa.Nel menu, scarabocchiato sulla lavagna, spiccano i nomi di alcuni vini naturali. Oltre a pochi piatti che un cuoco, solitario, prepara in una minuscola cucina, ma a fornelli spenti.Nei piatti si riconoscono spiedini (olive, alici e peperoni), tramezzini (al formaggio d’alpeggio e bresaola di wagyu), pinsa farcita (con prosciuttella di pecora), mentre le battute funky jazz della musica risuonano al volume giusto.Moltitudini di vini orange (bianchi macerati) da asporto allineati su scaffali di cemento...